Il punto fermo della Scuola Itinerante
All’inizio del terzo anno di Scuola Itinerante (progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e cofinanziato da Fondazione Migrantes – CEI), di cui siamo partner e responsabili dell’area Centro-Sud, possiamo dire che un incontro reale (sistematico e, magari, anche nazionale) tra scuola e mondo itinerante è possibile. Per noi parte da una riflessione…
Ma cos’è per questi giovani la Scuola Itinerante? In realtà il nome del progetto è un vero e proprio ossimoro perché la scuola per loro si è finalmente fermata! Certo loro, sì, che continuano a viaggiare, ma finalmente sono inseriti in una classe “permanente” con i tutor che li accompagnano per l’intero anno e/o ciclo scolastico. L’esperienza fallimentare vissuta precedentemente con la scuola, sembra superata. In effetti, cambiare in un anno, ogni due o tre settimane, città, scuola, professori, compagni, incide inevitabilmente sul rendimento, sulla motivazione, sul senso di emarginazione e solitudine; le lacune diventano voragini sempre più difficili da colmare e ben presto, finita la scuola dell’obbligo, si tende ad abbandonare gli studi. Invece gli allievi e le famiglie di Scuola Itinerante stanno riscoprendo la possibilità di apprezzare e “normalizzare” il percorso scolastico: con Scuola Itinerante finalmente possono vivere quel senso di appartenenza che tanto è mancato nei continui trasferimenti degli anni precedenti e che li tiene positivamente “ingaggiati” nella scuola.
L’aspetto che più di tutti ha colpito il cuore dei nostri tutor è la loro maturità e lo spirito di sacrificio, che derivano certo dal loro stile di vita. Nonostante spesso non si veda nel quotidiano l’utilità dello studio (e questo vale per gli adolescenti in generale) questi ragazzi mostrano un gran rispetto per l’opportunità che viene loro data, impegnandosi con costanza e disciplina. La scuola italiana potrebbe integrare modalità di insegnamento diverse nell’offerta formativa, visto che oggi la tecnologia lo consente, anche perché il valore che questi ragazzi possono portare ai loro coetanei è molto alto: veicolare una certa solitudine e il sentore di continua provvisorietà in duro lavoro e resilienza, impegnarsi con dedizione tutti i giorni per raggiungere obiettivi e risultati.
Dall’altra parte, quando il tutor riesce a costruire la lezione per far emergere il risvolto pratico e utile degli argomenti proposti, aumenta l’interesse per materie che di solito vengono percepite come un’imposizione e genera una preziosa creatività di riflesso. Da questi felici incontri possono nascere nuove idee, come portare la scuola nel circo, conferendo agli spettacoli uno scopo, oltre che ludico e artistico, anche formativo: mettere in scena episodi storici, poemi letterari, esaltare luoghi e culture diverse, sviluppare un pensiero critico facendosi domande di senso grazie alle materie umanistiche, dare un nome a leggi fisiche che loro stessi sfidano con i loro corpi. Emblematico è stato il racconto di un ragazzo che si è sentito emotivamente coinvolto durante uno spettacolo sulla storia del circo francese, condividendo poi con il suo tutor la sua nuova passione per la letteratura. O ancora, il desiderio di un altro giovane che, arrivato al termine degli studi, sta pensando se proseguire con la facoltà di Giurisprudenza per dare un contributo di qualità al suo circo e alla sua famiglia.
Infine, per noi di Sophia Scuola Itinerante è un’esperienza che apre veramente gli orizzonti: ha fatto appassionare i nostri tutor, oltre che ai ragazzi genuini che seguono, proprio a un nuovo tipo di insegnamento, adattato e costruito sui volti delle persone che si hanno davanti, integrando tutto quello che a loro volta imparano nella loro formazione continua, fatta di percorsi che toccano l’ambito professionale e spirituale. Quello che hanno veramente a cuore è accompagnare i loro allievi a rendere fecondi i propri studi e la missione che sentono di avere nella vita. E così possono diventare dei bellissimi punti fermi nel cuore dei giovani.
L’unica sfida rimasta adesso è diffondere questo progetto, trovando nuove scuole disposte a sposarlo e ad offrire una soluzione stabile agli studenti itineranti.