Sofia desidera aprire una casa famiglia per accogliere i bambini che vivono contesti non tutelanti.
Il sogno di Sofia nasce da un dono ricevuto: la relazione con la sua famiglia. In famiglia Sofia si è sentita accolta e accettata in ogni suo aspetto, vivendo un amore che prescindesse dalle prestazioni scolastiche o personali. Nella relazione con i suoi coetanei, matura in lei la consapevolezza di quanto fosse speciale l’amore ricevuto e di quanto questo l’abbia sempre spronata a desiderare la Bellezza nella sua vita.
Questo ha fatto crescere in lei il desiderio di far sperimentare agli altri, e in particolar modo ai bambini, un amore accogliente.
Sofia, consigliata dal fratello maggiore, ha partecipato a Trova la TUA Facoltà mentre frequentava il terzo liceo. Rispetto all’esperienza ricorda un momento preciso che ha cambiato i criteri della sua scelta universitaria: possiamo scegliere un futuro preconfezionato che possa andar bene per chiunque oppure possiamo guardare a noi, alle nostre caratteristiche, alle nostre gioie e alle nostre ferite, e scegliere il futuro fatto proprio per noi.
Sofia non si è accontentata di una scelta universitaria che l’avrebbe fatta stare bene ma ha cercato quella che l’avrebbe resa felice. Oggi studia con profitto presso la facoltà di Servizio Sociale.
Elisa, docente di musica e avvocatessa, è la responsabile per i progetti sulla legalità nella sua scuola di Roma. Ha scelto di aderire ad Educare Senza Confini perché ritiene sia l’ideale per stimolare la curiosità dei suoi studenti.
Ci spiega che Dullal è una di quelle persone che i suoi studenti incontrano ogni giorno per strada ma che “non vedono”. Invece, in classe sono rapiti dal suo modo gentile di mettersi a nudo e raccontare le difficoltà. Anche questo suo non conoscere bene la lingua, avvicina i ragazzi a Dullal, perché desiderano aiutarlo.
Gli studenti prima del progetto pensano cose errate sulla migrazione come fenomeno e non guardano la persona del migrante. Dopo il percorso hanno una consapevolezza maggiore anche delle persone che incontrano per strada perché capiscono quello che quella persona può aver provato.
Flavio ha deciso di rivolgersi ad Elpis nel 2021 perché voleva andare a vivere da solo e aveva bisogno di mantenersi mentre frequentava medicina. Di Elpis lo attraeva la promessa di trovare un lavoro che gli piacesse, che lui avrebbe voluto fare.
Non era per niente scontato per Flavio che non riuscendo da tempo a superare esami all’università aveva perso il mordente e la speranza di emozionarsi per una cosa nuova. Anche per questo, consegnare cibo la sera gli andava bene. Eppure era un ragazzo brillante.
Solo nei suoi libri trovava un caldo rifugio dalla sensazione di stare perdendo tempo e di avere sempre meno possibilità di cambiare. Si sentiva troppe pressioni addosso anche solo per immaginare una strada diversa.
Dopo poco meno di un anno di Elpis, Flavio vuole avere un colloquio con Federica per avere il suo consiglio su una serie di pensieri ed emozioni che stava provando e che gli stavano suggerendo che era arrivato il momento di interrompere gli studi di medicina. Flavio stava cominciando a riconoscere un senso più profondo alla sua passione di bambino per le storie e per la lettura. Mette a fuoco anche il suo desiderio di prendersi cura del percorso dei più giovani.
Un mese dopo il confronto con Federica, Flavio diventa autore del cambiamento che anelava da tempo e cambia facoltà, scegliendo lettere moderne. Poco dopo, da Elpis arriva una proposta di lavoro fatta per lui: docente online di italiano per studenti che non possono frequentare le scuole.
Kadija è una studentessa del Lycée Bonfì di Conakry in Guinea. Nel 2021 ha partecipato ad un progetto educativo di Sophia, che aveva lo scopo di informare e sensibilizzare gli studenti di tutto il suo liceo sui rischi della migrazione irregolare.
La classe di Kadija ha voluto partecipare all’incontro sulla migrazione di Sophia nonostante fosse durante le vacanze primaverili. Quell’anno a Conakry ci sono state molte proteste, le scuole hanno chiuso a lungo per sciopero. Per questo è stato molto difficile calendarizzare gli incontri per tutta la scuola e alcuni incontri sono stati fissati durante le vacanze. La classe di Kadija, nonostante le vacanze era piena.
Dopo aver partecipato al laboratorio tenuto da Mor, Kadija si avvicina alla cattedra e confida a Mor: “Ho un cugino che è partito tempo fa e nessuno della mia famiglia ha notizie di lui. Sono preoccupata.”
Adesso dice che vuole che tutti sappiano ciò che ha scoperto lei sulla migrazione irregolare.
“Mi scoppiava la testa perché non sapevo proprio che fargli fare a questo ragazzo e più passava il tempo più avevo l’impressione che perdesse fiducia in se stesso”. È domenica pomeriggio e Assunta riceve per mail la notizia dell’avvio di un corso di formazione ai mestieri artigianali gratuito.Aveva già conosciuto delle persone di Sophia, che realizza il corso, e pensa che questa può essere una buona occasione per il figlio.
Lui usciva “con i cerotti” dalla scuola e dal periodo della pandemia. Quando la mamma gli propone il corso, il commento del ragazzo è: “ma neanche mi pagano”. Assunta ride ripensandoci. I primi incontri del corso li vive con un po’ di apprensione: si offre di accompagnare il figlio perché spera tanto che lui frequenti gli incontri e che venga “agganciato”.
Dopo i primi giorni lui torna a casa e dice: “Ma’, mi sa che questo corso lo faccio” e lei si rilassa. Durante il corso Assunta vede il figlio soddisfatto per aver portato a termine un lavoro ben fatto. Lo vede riacquisire fiducia in sé stesso e “deporre le armi”: ha la sensazione che lui non si senta più costretto a stare sulla difensiva per sentirsi capace e stare bene.
Dopo il corso il figlio non vuole più passare le giornate a casa. Incomincia a lavorare anche perché con i datori di lavoro si sente più tranquillo e riesce a parlar loro meglio di sé. Grazie al corso ha capito che vuole un lavoro che lo faccia stare a contatto con le persone.
In Sophia non abbiamo pianificato questi cambiamenti.
Ogni cambiamento è scaturito dalle singole persone che lo hanno vissuto.
Chi lavora con Sophia affina il suo mestiere accettando di stare con chi ha davanti, ascoltando e accompagnando.
Grazie alla specificità di ogni relazione si accende la scintilla per nuovi progetti che intrecciano nuove relazioni e ottengono nuovi cambiamenti.
Tu puoi aiutarci a provocare più cambiamento.
Portiamo avanti attività molto diverse per incontrare ogni fragilità che si presenta alla nostra porta. A volte sorgono necessità da incontrare in modo tempestivo, altre volte abbiamo bisogno di persone che credano in un nuovo progetto, per quanto ambizioso sia.
La forma di sostegno più immediata che puoi destinarci è una donazione monetaria. L’Associazione Amici di Giorgio Onlus raccoglie denaro per Sophia affinché con la donazione si possa ottenere un beneficio fiscale. Ma se desideri unirti alle nostre sfide in altro modo, ti esorto a contattarci e ancor di più, a parlare dei nostri progetti alle persone che conosci, docenti, giovani, parroci.
Nel caso di donazione da persona fisica, puoi scegliere se detrarre al 30% l’importo (per un importo massimo di 30.000 euro), oppure dedurre l’importo donato senza limite assoluto ma entro il 10% del reddito complessivo dichiarato.
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Per ottenere il beneficio fiscale, se effettui una donazione monetaria, conserva la ricevuta del bonifico o un estratto conto e presentalo al tuo commercialista. Se fai la dichiarazione dei redditi in autonomia, dal modulo 730/740 precompilato la donazione risulterà in automatico. Sarà infatti cura di Amici di Giorgio Onlus segnalare l’avvenuta donazione attraverso il tuo codice fiscale.
Una persona di Amici di Giorgio Onlus è disponibile per supportarti nell’ottenimento dei benefici fiscali all’indirizzo: info@amicidigiorgio.org
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