“La Bussola” è il nome del nuovo progetto di orientamento (o meglio, discernimento) che Sophia realizza nelle scuole superiori con lo slancio di Elisabetta, neo-responsabile dell’area, verso la costruzione di un percorso condiviso con i docenti e più ampio rispetto agli incontri in classe. Ecco di cosa si tratta…
Se da un lato la bussola ci fa pensare alle coordinate per orientarci nello spazio, dall’altro è il nome di una costellazione poco conosciuta e difficile da individuare per la sua posizione ai margini della via lattea. Bisogna scovarla con pazienza in determinati mesi dell’anno, con cielo buio e terso, senza inquinamento. Sembra poco importante, debole, una parte marginale di una costellazione più grande, eppure è solo la distanza da essa che ci fa percepire molto poco la grande luminosità delle sue stelle.
Ecco perché Elisabetta, responsabile del percorso di orientamento “La Bussola” per gli studenti di 14-19 anni, ha scelto questo nome: accorciare le distanze, conoscersi, diradare l’inquinamento che sovrastrutture e mentalità minacciano il cuore e l’interiorità dei giovani adolescenti, per permettere a ognuno di ammirare la propria luce.
Perché? Per portare una parola nuova, quella che lei non ha ricevuto quando aveva la loro età, navigando alla cieca verso isole più o meno ospitali ma che non erano mai casa.
I progetti di orientamento tanto richiesti dalla scuola italiana con Sophia diventano, dunque, discernimento, perché la sfida è proprio questa: non tanto fornire le direzioni o le mète verso cui orientarsi e incamminarsi, quanto donare gli strumenti per capire quale equipaggiamento ciascuno possiede, scoprendolo tesoro prezioso e togliendo gli ostacoli al contatto con sé stessi.
Il fine è imparare a fare scelte libere e autentiche per una realizzazione felice della propria vita e (perché no?) per creare posti di lavoro positivi e fecondi.
Il nuovo progetto che ha avuto inizio già negli ultimi due mesi dell’anno scolastico scorso, sta prendendo una forma molto più ricca, anche grazie all’esperienza dei percorsi formativi attivati nelle scuole in questi anni. L’équipe di progetto si è resa conto che i giovani hanno bisogno di tempo per contattare sé stessi, e tempo ravvicinato per non disperdere le piccole acquisizioni di sé. La condivisione delle modalità di formazione con i docenti che hanno a cuore i propri studenti e che sposano la mission di Sophia permette di creare un luogo in cui gli studenti si sentano realmente accompagnati e capiti nelle loro difficoltà e nei loro sogni.
Nel concreto il progetto si dipana in moduli di incontri interattivi in cui, oltre a fornire spunti di riflessione, gli studenti avranno la possibilità di mettersi in gioco condividendo o meno parti del proprio viaggio dentro se stessi: ognuno avrà un quadernino come strumento di lavoro, per segnare spunti, eviscerare pensieri, sentimenti ed emozioni, svolgere veri e propri esercizi per far emergere resistenze e paure, talenti e desideri. Gli incontri di testimonianze dirette rafforzano ancora di più il lavoro individuale perché guardare a chi ci ha provato incoraggia a provarci. Emblematica infatti è proprio la storia di Elisabetta che riesce finalmente, dopo anni di lungo discernimento, a lasciare il porto sicuro di una carriera scelta più per idealità che sull’ascolto di se stessa per provare finalmente il gusto di un lavoro fecondo a servizio dei più giovani che la rende più felice. Ma c’è di più, perché il percorso non si esaurisce negli incontri in classe ma offre diverse proposte agli studenti affinché possano continuare a seguire ciò che scoprono, approfondendolo in dialogo con professionisti e compagni di viaggio più esperti. Tra le proposte che si stanno delineando ci sono una Summer School, un corso di musica e colloqui con professionisti del campo.
In questi giorni è in corso la calendarizzazione degli incontri nelle 20 classi dei vari licei romani che hanno aderito al progetto. Restiamo in attesa dei frutti che nei prossimi mesi, anzi speriamo negli anni, si raccoglieranno. Perché non dimentichiamo che le persone di Sophia restano, per chi vuole e oltre ogni offerta, punti di riferimento che non si dileguano una volta usciti da scuola, ma che accolgono chi desidera mettersi in gioco per lavorare in modo costante sulla propria bussola.
Il progetto è finanziato con il contributo della Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le politiche della famiglia e di Fondazione Cattolica Verona.
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