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Caro Diario, dimmi chi sono che io non lo so.

Mi dispiace sentirti solo adesso. Devo dire che le vacanze di Natale mi hanno preso molto.

Fino all’anno scorso questo periodo significava solo una cosa: sveglia tardi, giornate in pigiama e studio matto e disperatissimo per l’imminente sessione di Gennaio o per eventuali pre-appelli folli a ridosso della Vigilia.

Invece questo Natale me lo sono proprio goduto. Sono riuscito a dargli un senso. Una pausa meritata dal lavoro. Mi è sembrato anche di avere più tempo!

 Le giornate si sono come allungate: studio la mattina, sport il pomeriggio, lettura la sera e uscite con amici.

Sono anche riuscito a scrivere. Ho portato avanti la storia che avevo cominciato ed ho iniziato a mettere insieme alcuni versi… 

Eh sì! Anche poeta adesso, ci avresti mai creduto? Poi magari ti farò leggere qualcosina, chissà.

Durante le vacanze ho avuto anche modo di riflettere a lungo (e forse questo ti stupirà più della mia vena poetica…). Ho pensato molto alla svolta che sta avendo la mia vita e ciò che mi aspetta più avanti. Non più però con la paura che mi aveva sempre attanagliato la mente. In maniera diversa. E’ come se, in mezzo ad un mare in tempesta, a bordo di una bagnarola, cominciassi a vedere la luce di un faro lontano…

So che forse non comprendi. Anche io ci sto capendo poco. Sto rivalutando la mia scelta di intraprendere Lettere, le possibilità che mi può aprire e che pensavo non facessero per me: il professore, il giornalista, e perché no, anche lo scrittore. 

A dirla tutta, è il giudizio degli altri che mi spaventa. E forse anche per questo non mi sono mai dato una chance. Comincio ad essere stanco della mia negatività e di queste paure:  voglio cominciare a giocarmi seriamente, ad essere sincero prima di tutto con me stesso e perseguire quello che sento. 

Questa non è tutta farina del mio sacco, devo dirtelo: durante le vacanze ho fatto un colloquio con Federica. E’ stato veramente illuminante. Mi ha fatto spostare lo sguardo: dai banchi di nebbia che continuavo ad osservare, ad un’autostrada sgombra che ignoravo.

Chissà dove mi condurrà…

In questo momento che ti scrivo le vacanze sono finite, la sessione è alle porte e sono anche tornato a lavoro. Sento però che qualcosa è cambiato in me e sta continuando a cambiare.

Come sempre ti terrò aggiornato.

A presto!