Skip to main content
italian-flag french-flag english-flag

9 giovani su 10 del Senegal vogliono emigrare ma non sanno come fare. Parte il progetto di Sophia “Educare Senza Confini”.

Sophia Impresa Sociale pubblica la nuova ricerca condotta ad Aprile 2020 in 4 istituti di istruzione superiore di Dakar: di 745 studenti, più del 90% degli vuole intraprendere la strada della migrazione per il proprio futuro. Dai questionari emerge però che gli studenti non conoscono i dati del fenomeno migratorio, sono ignari delle norme che regolamentano l’immigrazione in Europa e non hanno informazioni adeguate e attuali sui rischi connessi all’immigrazione irregolare. Secondo i docenti, la disinformazione è legata ad una carente offerta formativa scolastica sul tema, al punto che essi stessi hanno espresso il desiderio di essere formati sul fenomeno migratorio. 

Puoi leggere la ricerca qui

Sophia è una cooperativa che si dedica al tema dell’immigrazione fin dalla sua fondazione, nel 2013: dopo 7 anni di progetti educativi sul tema dell’immigrazione in Italia, dall’esperienza diretta della fuga e del lungo percorso di integrazione in Italia vissuta da uno dei soci fondatori di Sophia, è nato il desiderio di portare un progetto educativo agli studenti proprio dove è forte la spinta ad emigrare, in Senegal e in Guinea. Questo progetto educativo si chiama Educare Senza Confini e ha lo scopo di accrescere la conoscenza del fenomeno della migrazione fra gli studenti, erogando laboratori formativi sulle reali condizioni di chi parte e arriva, sui rischi del viaggio in condizioni di clandestinità, sulle tratte pericolose che la stragrande maggioranza delle persone affronta per raggiungere l’Occidente. 

La necessità di un progetto educativo rivolto agli studenti senegalesi si è palesato dopo una ricerca esplorativa condotta da Sophia che ha coinvolto 745 studenti e 8 docenti di 4 istituti di Dakar, la capitale del paese africano. L’indagine, a cura della ricercatrice dell’HEC di Montréal Erminia Florio, ha valutato il livello di informazione dei giovani riguardo il fenomeno migratorio, le loro fonti di informazione e il loro desiderio di emigrare.

I risultati della ricerca sono stati sbalorditivi: gli studenti infatti hanno dimostrato di avere informazioni distorte ed edulcorate riguardo il fenomeno migratorio: i racconti di chi ce l’ha fatta sono spesso lontani dalla realtà e nascondono le difficoltà affrontate durante il viaggio per non destare preoccupazione nelle famiglie di origine. Questa disinformazione però non deriva da una mancanza di interesse per il fenomeno: la maggior parte dei ragazzi infatti ha dichiarato di informarsi principalmente attraverso internet e la televisione. La viva attenzione per il fenomeno migratorio si è manifestata del resto durante gli incontri del progetto dove gli studenti hanno posto numerose domande ai formatori riguardanti la vita nei paesi di arrivo e le condizioni della traversata. Il desiderio di lasciare il proprio paese però non deriva da condizioni di povertà: quasi il 40% dei ragazzi infatti ha dichiarato di voler emigrare per continuare o perfezionare gli studi e trovare migliori posizioni lavorative. Tuttavia il problema principale emerso è la mancata conoscenza degli aspetti legali e dei pericoli della traversata: infatti solo il 30% degli studenti ha mostrato di essere a conoscenza del documento valido per vivere in Europa e delle vie per ottenerlo, mentre la maggior parte ha dimostrato di sottostimare le difficoltà del viaggio. 

Dai risultati della ricerca e dall’esperienza in Senegal è emersa in Sophia la volontà di progettare attività formative in più ampia scala, con attenzione particolare alla formazione dei docenti, in modo da costruire una comunità educante che abbia a cuore il destino dei giovani. Il successo del progetto in Senegal ha posto le basi per una nuova edizione ad Aprile 2021 in Guinea nella quale saranno coinvolti 750 studenti di una scuola di Conakry, la capitale. Il formatore è una risorsa originaria del paese africano e integrata in alcuni progetti educativi di Sophia che ha manifestato la volontà di tornare per formare i ragazzi sui pericoli della migrazione affinché “non passino quello che ho passato io”.