Mi chiamo Giuseppe, sono responsabile del progetto Scuola Cantiere Sophia
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Mi chiamo Giuseppe, sono responsabile del progetto Scuola Cantiere Sophia, un corso di formazione ai mestieri artigianali che offre ai giovani italiani e migranti che non studiano e non lavorano, le basi di idraulica, impiantistica e giardinaggio attraverso il lavoro:una volta formati, i giovani lavorano in squadra per manutenere le parrocchie di Roma. Con i 15 giovani della prima edizione, abbiamo formato la prima squadra operativa che si sta attualmente prendendo cura di tre edifici religiosi a Roma e in Toscana.
Non sono sempre stato un formatore. Fin da ragazzo ho lavorato nell’azienda di famiglia che si occupa di impiantistica industriale, elettrica ed elettronica: ricordo che subito dopo il mio esame di maturità sono scappato per andare a lavorare. Lavoravo molto e da solo. Soffrivo la solitudine del mio lavoro ed è andata avanti così per un bel periodo, finché poi ho conosciuto Marco.
Marco allora lavorava nella sua impresa Sophia con poche persone, portando avanti questo suo progetto con grande determinazione e gioia. Parlando con lui mi è venuto il desiderio di vivere il lavoro con la stessa voglia di aiutare il prossimo. Come contribuire? Mettendo la mia esperienza di artigiano a servizio degli altri, creando dei corsi di formazione per giovani fragili ed in difficoltà. Marco accolse felice la mia proposta.
Inizialmente, alternavo i corsi con il mio vecchio lavoro. Quando tornavo alle cose di sempre, sentivo la pesantezza della monotonia e del grigiume. Mi ero stancato di quello che facevo e avevo cominciato a cercare annunci di lavoro, anche fuori Roma. Volevo cambiare aria, città.
Allora decisi di parlare seriamente con Marco. I corsi che facevamo per i giovani non potevano essere una semplice parentesi, la pandemia aveva generato nuove esigenze profonde e capimmo insieme che era il momento di creare un vero e proprio progetto di lavoro che non solo formasse i ragazzi, ma generasse nuovo lavoro e nuove occasioni di scambio: nacque così la Scuola Cantiere Sophia, che forma i giovani per inserirli in una squadra di manutenzioni specializzata in edifici religiosi.
Mi unii alla grande famiglia di Sophia, spinto anche dalla neo-presenza di Luigi, che come me desiderava mettere a servizio della comunità le sue competenze ingegneristiche.
Nella prima edizione, svolta nella parrocchia di San Francesco Saverio alla Garbatella, con il sostegno di Fondazione Cattolica abbiamo formato 15 ragazzi ai mestieri artigianali, dandogli delle competenze anche sulla digitalizzazione dei processi di lavoro. Nei due mesi di corso ho potuto parlare con ciascuno dei giovani. Questa è la cosa che più apprezzo della formazione: creare dei legami forti con i ragazzi. Si tratta infatti di giovani fragili, a cui è stato detto, anche dagli stessi genitori, di non valere niente, di non poter aspirare a niente. Per forza poi, in un periodo come questo, non riescono a reagire!
Quando invece cominciano ad imparare attraverso la pratica, sostenuti da qualcuno che li ascolta e li aiuta, prendono fiducia in loro stessi e negli altri. E questo è proprio lo scopo del progetto: far uscire i ragazzi dalla “bolla” nella quale si rinchiudono.
Già abbiamo avuto i primi riscontri. Diversi giovani della squadra ci hanno detto di aver sofferto l’interruzione delle attività per le vacanze di Agosto, essendo abituati ad avere le giornate cadenzate dal corso e dal lavoro. E questo è un grande traguardo, soprattutto per giovani che prima della Scuola Cantiere non avevano occupazioni di nessun genere.
A breve partiranno i lavori di manutenzione che il team effettuerà nella parrocchia di San Luigi Gonzaga a Roma e al Convento dei Padri Passionisti all’Argentario. Con Marco e Luigi, non potevamo trovare una combinazione migliore delle nostre esperienze e desideri e delle esigenze di chi ci circonda: ci prendiamo cura della comunità da una parte seguendo i ragazzi che ne sono il cuore; dall’altra sistemando le parrocchie che sono i luoghi privilegiati nei quali si fonda.
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